Con l’entrata in vigore dal 1° gennaio 2019 della Fatturazione Elettronica si è aperto un nuovo capitolo per lo sviluppo dell’Agenda Digitale italiana.
Cosa comporta la nuova normativa? Introduce l’obbligo tra privati (tranne alcune esenzioni) di produrre, trasmettere e archiviare le fatture attraverso un sistema digitale.
Adeguarsi alla nuova normativa non vuol dire semplicemente dotarsi di un sistema che gestisca le fatture in digitale, ma pone le aziende davanti alla necessità di elevare a nuovi standard di sicurezza e migrare verso il digitale tutto il sistema di produzione, gestione e archiviazione dei documenti della propria azienda. Nell’intraprendere questo percorso è importante valutare a fondo e con spirito critico il “progetto di digitalizzazione” adottando una strategia coerente con i processi “core” dell’azienda. Con progetto di digitalizzazione si intende non solo la dematerializzazione dei documenti cartacei, ma anche l’automatizzazione e digitalizzazione di tutti i processi aziendali, con l’effetto, tra gli altri, di ottenere notevoli vantaggi economici.
È dunque importante scegliere una “gestione per processi” che utilizzi i documenti non più come meri supporti ma come strumenti “intelligenti”, informazioni digitali che diventano parte del bagaglio di conoscenze dell’azienda, su cui basare il processo decisionale e strategico.
Quali sono i passi da intraprendere? In primo luogo dotarsi di un’architettura interna integrata e delle opportune interfacce tecnologiche, per stabilire un dialogo sistematico e integrato tra le diverse aree dell’azienda. In questo modo sarà possibile aumentare efficacia, automazione e collaborazione e allo stesso tempo abbassare la percentuale di errori e costi.
Ma qual è il bilancio della fatturazione elettronica B2B a quasi due mesi dall’entrata in vigore?
I dati riportati dal sito di Agenda Digitale ci dicono che “al 18 febbraio, 228 milioni di fatture elettroniche sono transitate dal SDI, diverse le anomalie tecniche riscontrate dai contribuenti ma in generale la sensazione è positiva”. In effetti il numero di fatture scartate risulta inferiore al 5% e nella maggioranza dei casi è dovuto a errori formali nella compilazione della fattura, inoltre il sistema di interscambio ha retto alla prima ondata di fatture e non ha fatto registrare particolari cedimenti.
Non è però tutto positivo. Agenda Digitale ha infatti condotto uno studio analizzando quanto scritto sui gruppi social dei Dottori Commercialisti e sono emersi i seguenti problemi:
- problemi a identificare la data di registrazione delle fatture acquisti e relativo diritto alla detrazione;
- tipologie di controlli effettuati sulle fatture elettroniche e motivazione dei relativi scarti;
- quale comportamento adottare per trattare correttamente le fatture a e dalla Repubblica di San Marino;
- quali comportamenti adottare per come correggere i successivi invii di fatture che sono risultate errate, non solo quelle scartate da SDI.
Un inizio con più luci che ombre che non può che farci sperare in una maggiore presa di consapevolezza dei passi necessari da compiere (come la digitalizzazione dei processi) per adeguarsi in tempi rapidi alle nuove direttive in materia di fatturazione e non solo.
Fonte: AgendaDigitale