La Cultura Digitale e il suo ruolo nel sistema formativo e imprenditoriale italiano

La Cultura Digitale e il suo ruolo nel sistema formativo e imprenditoriale italiano

Ieri abbiamo partecipato alla presentazione dell’Osservatorio delle Competenze Digitali 2018. La ricerca, condotta da AICA, Anitec-Assinform, Assintel e Assinter Italia, in collaborazione con MIUR, Agenzia per l’Italia Digitale e Confindustria, ha messo in luce due aspetti che come azienda da anni impegnata nella digitalizzazione dei processi aziendali abbiamo sperimentato in prima persona: la scarsa diffusione della “cultura” del digitale in Italia e la difficoltà nel reperire le figure professionali necessarie per diffondere questa cultura all’interno delle aziende e della PA.

Nel suo intervento Antonio Samaritani (Direttore AGID) ha sottolineato, infatti, come nel Digital Economy and Society Index (DESI), un indice composito che riassume gli indicatori pertinenti sulle prestazioni digitali dell’Europa e tiene traccia dell’evoluzione degli Stati membri dell’UE nella competitività digitale, l’Italia si trovi al quart’ultimo posto. Quali sono le possibili soluzioni per recuperare posizioni? L’investimento in cultura (non in competenze ma in primis in cultura!) e la formazione tecnica specifica. Quando parliamo di “cultura” si intende, come sottolineato da Giorgio Rapari (Presidente Assintel) nel suo intervento, l’importanza di conoscere le tecnologie per gestire al meglio tutti i settori e tutte le funzioni aziendali, le posizioni più avanzate richiedono infatti competenze digitali, non per creare applicazioni o gestire sistemi, ma per servirsene con efficacia: per comunicare, vendere, produrre, amministrare e gestire il personale.

L’industria di oggi risponde ad un binomio imprescindibile “Digitale-Prodotto/Servizio” e l’ICT è un valore aggiunto in grado di rendere i processi efficienti. Marco Gay (Presidente Anitec-Assinform) ha illustrato come in Italia nel 2016 ci fosse forte diffidenza da parte degli imprenditori nel digitale mentre nel 2017 si è registrato un +11% di investimenti in macchinari innovativi e +15% di investimenti in R&D. Le aziende stanno capendo che i processi digitali introdotti in quelli tradizionali consentono un forte risparmio ed una forte efficienza grazie anche alle analisi predittive. Inoltre grande importanza, soprattutto a livello di formazione universitaria, andrebbe riservata alla figura del Responsabile HR, come sottolinea Walter Pecoraro (CEO di Better Silver), che può diventare una guida nel processo di change management e digitalizzazione nelle organizzazioni.

Per quanto riguarda invece la PA, Simone Puksic (Presidente Assinter) sottolinea come il problema non sia mai stata la tecnologia quanto piuttosto la scarsa presenza di competenze digitali nel personale e la scala temporale troppo dilatata per la realizzazione di progetti digitali. Anche se casi di eccellenze non mancano come ad esempio le regioni del Nord Est Italia le quali, lavorando in network, stanno procedendo alla razionalizzazione e alla gestione efficiente del data center, alla erogazione di servizi innovativi e alla condivisione di competenze e processi efficienti.

In conclusione, dai dati del report emerge che sono ben 2 milioni i posti di lavoro per cui non ci sono le figure professionali adeguate. Come azienda attiva nel settore riteniamo che sia fondamentale quindi da un lato investire in competenze specialistiche e dall’altro adeguare i percorsi formativi alla trasformazione digitale. Solo così si forniscono alle aziende e alle PA gli strumenti per attuare una vera e completa digitalizzazione dei processi aziendali, aumentando l’efficienza e di conseguenza i profitti o, nel caso delle PA, i risparmi a vantaggio di tutta la collettività.

About The Author

Leave Comment